sabato 20 ottobre 2012

La Bella Addormentata nel Bosco (Sleeping Beauty)


Anno 1959
16° lungometraggio Walt Disney Animation

fonte: la tana del sollazzo
E' un compito ingrato per una principessa Disney mettere fine ad un'epoca anzichè iniziarne un'altra, specie se si tratta di un periodo d'oro per l'animazione disneyana. Ecco quindi nel 1959 uscire, dopo una gestazione lunga e difficoltosa, La Bella Addormentata nel Bosco, che chiude idealmente il ventennio "dipinto" per far posto al medioevo xerox. Un ventennio che era stato in un certo senso palindromo, con alle estremità due serie di cinque classici tratti prevalentemente da fiabe, e al centro i sei film a episodi. La seconda serie di grandi Classici Disney era stata contenuta tutta negli anni '50, anni che avevano visto nel settore corto e mediometraggistico una progressiva stilizzazione grafica. L'animazione ridotta di Toot, Whistle, Plunk & Boom, gli scenari essenziali di Paul Bunyan e le espressioni esagerate di Paperino nei due short How to Have an Incident, però non avevano ancora lambito i lungometraggi, che avevano mantenuto lo stile "ricco" che li contraddistingueva sin dagli anni '40. Tutto questo fino a La Bella Addormentata nel Bosco che accolse a braccia aperte la stilizzazione, combinandola però con uno stile estremamente sofisticato. Il risultato è ciò che Walt amava definire "il film dei dipinti animati" riferendosi al feeling da illustrazione medioevale emanato dal film. Aurora è l'esempio più eclatante di questa "stilizzazione raffinata": tridimensionale e piatta allo stesso tempo, con un gioco di curve e linee perpendicolari, molto simile ad un personaggio dipinto in una vetrata. Non è forse un caso allora che il futuro La Bella e la Bestia, che inizierà proprio con una sequenza di vetrate, si concluda riprendendo pari pari le animazioni del finale di Sleeping Beauty.
La colonna sonora merita un discorso a parte: composta da George Bruns, che per ispirarsi rielaborò alcuni brani del balletto La Bella Addormentata di Ciaikovsky, annovera brani come Hail to the Princess Aurora, overtoure dove la stilizzazione ragginge l'apice, la (pure troppo) melodica One Gift, e lo spiritoso brindisi Skumps. C'è poi la bella I Wonder che introduce la scena madre: il valzer Once Upon a Dream, il pezzo migliore in assoluto, in cui Aurora duetta in uno scenario boscoso assieme al Principe Filippo. Perchè qui finalmente il principe ha un nome e una caratterizzazione, a differenza che in Cenerentola e Biancaneve dove sulla figura maschile aitante, e quindi non caricaturizzabile, si era soliti glissare. Altro personaggio memorabile è senza dubbio Malefica, cattivo dotato di un certo fascino e buona educazione, valorizzata da un doppiaggio italiano raffinatissimo.
Si tratta del secondo film panoramico della storia Disney: dopo Lilli e il Vagabondo ci si era convinti che il futuro della spettacolarizzazione sarebbe stato quello. E infatti il formato panoramico giova assai ai meravigliosi fondali arricchiti dagli impressionanti "alberi quadrati" voluti dallo scenografo Eyvind Earle.
Peccato che una grafica tanto ricercata sarebbe rimasta un unicum per quegli anni, che avrebbero presto visto stilizzazioni ben più estreme: La Bella Addormentata nel Bosco infatti non fu ben accolto dal pubblico, il tempo per le fiabe classiche era giunto al termine e a dividere Aurora da Ariel si sarebbero frapposti ben trent'anni di animazone xerox, dominata da cani, gatti , topi e bambini da salvare.



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