venerdì 7 febbraio 2014

Caccia Grossa (African Diary)



Anno 1945

fonte: la tana del sollazzo
Ed ecco il secondo corto di caccia, che esce dallo schema dei soliti How To, presentandoci sì un narratore, ma che però è lo stesso Pippo che leggendoci il suo diario africano ci rende partecipi del suo safari. O meglio, così è in italiano, dove è possibile sentire la voce di Pippo in un contesto tanto serioso, mentre invece in originale il narratore, pur dovendo rappresentare Pippo, ha una normalissima voce didascalica che come al solito commenta in maniera seria gli accadimenti demenziali che avvengono sullo schermo. Insomma una specie di anomalia, resa ancora più anomala dal doppiaggio italiano, che suona molto strano. Una cosa del genere avverrà negli anni 50 anche in Donald's Diary in cui un normalissimo narratore darà voce ai pensieri di Paperino, troppo discorsivi per essere espressi alla solita maniera. Ad ogni modo il corto è caruccio, niente di troppo nuovo, ma contiene abbastanza elementi divertenti da farsi ricordare come l'abbeveraggio collettivo e la fuga dal rinoceronte (e Pippo canta di nuovo dopo tanto tempo The World Owes Me a Living).

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DVD - Walt Disney Treasures - Pippo la Collezione Completa     
 

Caccia alla Tigre (Tiger Trouble)



Anno 1945

fonte: la tana del sollazzo
Nel 1945 si evade un po' dall'argomento sportivo, pur non rinunciandoci del tutto. Ed ecco curiosamente due cortometraggi a tema caccia, il primo dei quali è davvero riuscitissimo e comprende ben due prototipi di personaggi che appariranno tempo dopo: la tigre è infatti una variante ricolorata del futuro Louie the Mountain Lion mentre l'elefante che Pippo cavalca somiglia in modo impressionante alla Dolores di The Big Wash e Working for Peanuts. Le gag in stile How To sono esilaranti, ma il meglio viene dato dalla componente slapstick caratterizzata da un umorismo davvero estremo e surreale (l'efante che si appiattisce sotto un tronco, la tigre che perde le strisce) e inserita all'interno di uno di quei pazzi inseguimenti che renderanno tanto divertenti i corti di Pippo di questo periodo. Da notare che le orecchie di Pippo stanno iniziando a sparire definitivamente.


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DVD - Walt Disney Treasures - Pippo la Collezione Completa     


La Piccola Fiammiferaia (The Little Matchgirl)



Anno 2006

fonte: la tana del sollazzo
Dei quattro corti realizzati per proseguire il progetto musicale di Roy, La Piccola Fiammiferaia è sicuramente è il più tradizionale di tutti, visto che è l'unico che si basa sulla musica classica, e più nello specifico sulle note di un concerto d'archi di Alexander Borodin. Il regista è il caro vecchio Roger Allers (Il Re Leone), e nei credits compare la crema della crema della Walt Disney Feature Animation da Roy Disney ad Andreas Deja passando per Don Hahn. La storia è di quelle che poteva esser raccontata solo con un adeguato commento musicale, visto che è lasciata in tutto e per tutto come nell'originale: un meraviglioso viaggio mentale di sei minuti in cui una bambina povera, nell'ultima notte della sua vita prima di morire assiderata, sogna di ricongiungersi con la nonna, come accadeva anni prima a Natale. Detto così è agghiacciante, e verrebbe da chiedersi che fine ha fatto la Disney del lieto fine arguto. Bè qui non c'è, e piuttosto che modificare la storia, si è preferito raccontarla con molto trasporto ed emozione, raggiungendo il culmine nel finale, dove la poesia raggiunge un livello sublime. E poi c'è la delicatezza della protagonista, una bambina semplice, espressiva quanto basta per lasciarsi andare a sorrisi nei momenti più felici delle sue fantasticherie. Il tutto raccontato con un'animazione più Disneyana che mai, con una colorazione che più evocativa non ci può (i toni freddi della Russia innevata contro i colori caldi della casetta della nonna) e con una qualità che mi auguro non abbia bisogno di presentazioni. Bè, credo che si possa parlare di capolavoro.
La Piccola Fiammiferaia fu l'ultimo ad uscire del gruppo di corti archiviati e venne inserito come extra dell'edizione platinum de La Sirenetta, mandando letteralmente in visibilio il fandom che reduce da una crisi nera stava aspettando da tempo un segnale da parte della Disney. Questo corto fu il simbolo che il passato non era stato dimenticato e che presto, grazie alla nuova gestione Lasseter, l'animazione tradizionale, le fiabe e il sentimento sarebbero tornati alla Walt Disney Feature Animation.

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BluRay - La Sirenetta  
BluRay - Walt Disney Short Films Collection



La Sirenetta (The Little Mermaid)


Anno 1989
28° lungometraggio Walt Disney Animation

fonte: la tana del sollazzo
E' leggenda ormai a Burbank che ogniqualvolta calino le tenebre sul mondo Disney, sorga una principessa in grado di imprimere una svolta e inaugurare una nuova età dell'oro. La prima fu Biancaneve, che diede un significato tutto nuovo alla parola animazione, poi venne Cenerentola che dopo la guerra pose fine al periodo dei package films, inaugurando una fortunata stagione di fiabe ad ampio respiro. Anche la fine degli anni 80 è da considerarsi un periodo buio per una Disney non molto giovane, ma per certi versi inesperta e in attesa di una svolta decisiva. E grazie ad Ariel la svolta avviene.
Con La Sirenetta la nuova generazione di artisti Disney punta verso un futuro decisamente luminoso, chiudendo così definitivamente la parentesi Xerox, iniziata negli anni '60 con La Carica dei 101 e proseguita fino a quel momento. Durante il trentennio Xerox ci si era dedicati a storie particolari, spesso e volentieri con protagonisti cani, gatti e topi. Trame borghesi che privilegiavano l'umorismo e l'azione, storie di rapimenti, pellicce, gioielli, eredità e piccoli giustizieri. Storie deliziosamente concrete ma un po' terra terra, lontane dal gusto fiabesco che aveva reso grande il marchio Disney, nei decenni precedenti.
Dopo tanti anni, i registi John Musker e Ron Clements, che già avevano diretto Basil, propongono dunque al pubblico una nuova fiaba classica, con protagonisti umani (o quasi), riprendendo il filo dove Walt l'aveva lasciato nel '59 con Sleeping Beauty, appena prima del letargo xerografico. La tecnica Xerox che consisteva nel fotocopiare direttamente sulle cel i disegni degli animatori, risparmiando sulle inchiostrazioni, verrà però utilizzata anche qui, pur ricorrendo in alcune scene già al CAPS, il sistema di composizione digitale delle immagini, brevettato da una giovanissima Pixar, e che diventerà lo standard già dall'anno successivo con Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri. Il risultato è un film dal look un po' indeciso, in cui sia la colorazione (poco convincente nella sequenza della battaglia finale) che i disegni hanno frequenti alti e bassi, ma in cui sono già presenti gli ingredienti stilistici che di lì a poco renderanno grandiosa l'animazione Disney moderna.
La Sirenetta cambia così le carte in tavola, scuotendo le certezze di un pubblico abituato ad un registro più leggero, proponendo un film epico sin dalle prime scene, in cui gli studios superano loro stessi, mostrandoci gigantesche navi e incredibili regge sottomarine. Alzato il registro della narrazione, anche il pubblico si moltiplica, una moltitudine piuttosto variegata, che comprenderà sia bambini, attirati dagli azzeccatissimi comprimari umoristici, che adulti, interessati alla componente più drammatica o romantica. La protagonista Ariel è di per sé un elemento di modernità non da poco: lo spettacolare Glen Keane tratteggia infatti un personaggio differente da quei canoni di perfetta armonia che lo stile Disney aveva adottato tempo addietro. Gli stessi Frank Thomas e Ollie Johnston rimasero interdetti quando Glen mostrò loro quel che voleva fare: la sua Ariel era infatti un ibrido stilistico che impiantava su un modello occidentale predefinito alcuni influssi tipicamente nipponici, tipo gli occhi particolarmente grandi e comunicativi. Glen Keane poi non aveva paura di esagerarne le espressioni, rasentando la deformazione facciale, mettendo in discussione alcune regole estetiche con accorgimenti che sulla carta parevano eresie, ma che si rivelarono poi funzionare molto bene, tanto da diventare a loro volta un nuovo traguardo.
Anche sotto il profilo psicologico Ariel si dimostra un personaggio piuttosto innovativo, dal momento che rappresenta la perfetta adolescente, con tutte le turbe di quell'età, i sogni ad occhi aperti e la cotta facile. Ma è soprattutto grazie al conflitto familiare con il padre, Re Tritone, che il film si assicura elementi d'identificazione per ben due differenti generazioni. Rinasce così il kolossal disneyano per famiglie.
E infine la musica. Con l'arrivo in Disney di Howard Ashman e Alan Menken la colonna sonora torna ad essere un elemento importantissimo e irrinunciabile, sicché i film Disney diventano il corrispettivo cinematografico dei grandi musical di Broadway. Ashman si rivela un vero e proprio genio della narrazione, capace di ispirare tutti quanti nel riuscire a cucire la musica insieme con la storia, impedendo ridondanze e promuovendo invece ciò che è utile all'economia narrativa. "Se eliminando una canzone la sceneggiatura non ne risente allora avete fatto un cattivo lavoro", e sulla base di questo dettame si ritorna a ragionare in termini di narrazione musicale. Guarda caso, uno dei personaggi più importanti, perfetto esempio di sintesi tra comprimario umoristico e personaggio funzionale alla storia, è infatti il granchio Sebastian che i due concepiscono come jamaicano e al quale vengono affidati ben due pezzi musicali, intrisi di reggae: la meravigliosa e iconica Under the Sea intrisa di humor fino all'ultima nota, e Kiss the Girl, il tema d'amore che dimostra come si possa creare una certa atmosfera pur non prendendosi troppo sul serio. Part of your World, la canzone di Ariel, è invece il maestoso tema principale del film, che ritorna più volte grazie ad alcuni reprise, collocati in maniera strategica. C'è poi Poor Unfortunate Soul, la canzone della villain Ursula, e la tremendamente divertente Les Poissons, cantata dal cuoco Louis. Ci sono infine due canzoni brevi, Fathoms Below e Daughters of Triton, appena accennate ma molto riuscite, tanto che sarebbero poi state notevolmente estese per il relativo musical di Broadway che sarebbe stato realizzato anni dopo, restituendo così La Sirenetta al suo ambito d'ispirazione, il teatro.
Il successo de La Sirenetta fu enorme e diede il via a un climax d'incassi per gli studios, che avrebbe raggiunto il suo apice solo cinque anni dopo con Il Re Leone. Il successivo periodo avrebbe poi visto un nuova crisi a cui sarebbe stato posto rimedio solo con il ritorno al fiabesco e al tema delle principessine sognatrici. Corsi e ricorsi storici.

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BluRay - La Sirenetta 
VHS - La Sirenetta




La Sirenetta - BluRay



Contiene:
La Sirenetta (The Little Mermaid) (min. 82.48)
28° Lungometraggio Disney

Contenuti Speciali:
- video musicale: Part of you world di Carly Rae Jepsen (min 03.32)
- documentario: @Disneyanimation (min 10.45)
- scena eliminata: Harold the Merman (min 2.05)
- documentario: Sotto la scena - l'arte del live action (min 13.13)
- documentario: La lezione di Howard (min 16.27)
- documentario: Parte del suo mondo - il viaggio a New Fantasyland di Jodi Benson (min 4.45)
- scena eliminata: Fathoms Below - versione alternatica (min 2.30)
- scena eliminata: dietro le quinte con Sebastian (min 1.43)
- scena eliminata: Poor Unfortunate Souls - versione alternativa (min 8.33)
- scena eliminata: Sebastian perso nel castello (min 1.52)
- scena eliminata: Consiglio di Sebastian (min 1.30)
- scena eliminata: Scontro con Ursula - finale alternativo (min 6.53)
- scena eliminata: Silence is Golden - canzone demo (min 2.58)
- documentario: Making of (min 45.33)
- documentario: Avviso di burrasca - gli effetti speciali de La Sirenetta (min 8.40)
- documentario: La storia dietro la storia (min 11.29)
- cortometraggio: La Piccola Fiammiferaia (The Little Matchgirl) (min 6.39)
- prima presentazione di Under the Sea (2.35)
- trailer (min 2.15)
- Jon e Ron caricature (min 1.05)
- documentario: commento degli animatori (min 1.42)
- la stretta di mano de La Sirenetta (min 0.32)
- selezione di canzoni (min 10.29)
- video musicale: Kiss the girl di Ashley Tisdale (min 3.30)
- commento audio al film
- documentario: disneypedia - vita sotto il mare (min 8.25)
- documentario: dietro il viaggio che quasi fu (min 5.54)
- documentario: viaggio virtuale nell'attrazione del parco 

sabato 1 febbraio 2014

Booh! To You Too, Winnie the Pooh!



Anno 1996

fonte: la tana del sollazzo
Ben cinque anni dopo Natale con Winnie Pooh arriva la seconda featurette televisiva di Pooh, stavolta un holiday special dedicato ad Halloween. Paradossalmente se Natale con Winnie Pooh dimostrava una certa differenza nell'animazione con la serie tv da pochissimo conclusasi, lo stesso non si può dire di questo cartone animato disegnato, animato e colorato così male da sembrare un episodio qualsiasi di una serie conclusasi da anni. La cosa assurda è che solo due anni dopo uscirà il terzo, animato dagli studi australiani che invece sarà qualitativamente un mezzo miracolo, quindi ci troviamo davanti ad un progetto affidato a team diversissimi (questo è stato fatto a Toon City, un team esterno alla Disney), cosa che continuerà a causare sbalzi qualitativi. La storia di questo mediometraggio è scioccherella e in tutto e per tutto simile ai canovacci della serie di anni prima: c'è Halloween nella foresta, tutti i personaggi reagiscono di conseguenza, Pimpi ne ha paura, Tigro è esuberante, Pooh è stupido, dopodiché per venire incontro a Pimpi cominciano tutti a inventarsi sciocchezze tipo il non-festeggiamento e finiscono come al solito a caccia di un qualche mostrone che esiste solo nella loro immaginazione. Non che di base questo tipo di trame sia male per Pooh, ma è il procedere assolutamente disordinato e sciatto che rendono tanto deludente questo secondo special. E' presente ancora De Castor, personaggio che verrà rinnegato invece nei nuovi lungometraggi di Pooh che verranno creati da lì a poco. Da segnalare la presenza di due canzoncine, piuttosto debolucce, I Am Not Afraid, cantata da Pimpi e I Wanna Scare Myself di Tigro, l'unica sequenza veramente apprezzabile, visto che consiste in una grande fantasia visiva in cui sono presenti pure gli efelanti e le noddole. Sottotono anche rispetto agli episodi delle serie, alcuni dei quali erano vere perle, questo special è stato recentemente incluso a mo' di flashback nell'operazione di dubbio gusto Il Primo Halloween da Efelante, sorta di film farlocco composto da due terzi di animazione interstitiale creata ad hoc e spacciata come normale lungometraggio. Lo stesso era avvenuto con Buon Anno con Winnie Pooh, altro film farlocco che conteneva al suo interno lo special natalizio.

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DVD - Il Primo Halloween da Efelante


Il Primo Halloween da Efelante - DVD




Contiene il mediometraggio: Booh! To You Too, Winnie the Pooh! inserito all'interno del lungometraggio Il Primo Halloween da Efelante (min 63.28)

Non un vero lungometraggio, ma piuttosto uno special che oltre ai consueti quaranta minuti di animazione nuova ha al suo centro un flashback che, guarda caso, si occupa di riciclare l'ultimo dei quattro mediometraggi vacanzieri rimasti: Booh! To You Too, Winnie the Pooh!, di qualità media e assai simile allo stile della serie televisiva. E anche qui si ripropone la stessa situazione dello special precedente, dove ad allietare lo spettatore era proprio questo elelemento "imprevisto" e non la scialba cornice costruita attorno. Cornice che questa volta si occupa si gettare ancor più la maschera sul progetto di recasting che avrebbe fatto sparire alcuni personaggi obsoleti a favore di Effy e Ro, nuovo baricentro della serie. A pochi mesi di distanza da Winnie the Pooh e gli Efelanti I protagonisti infatti sono ancora loro, questa volta impegnati in un'avventura ancor più puerile e inconsistente di quella di Buon Anno con Winnie the Pooh. Si respira una boccata d'aria buona proprio quando parte il flashback e il mediometraggio, prodotto un decennio prima, e quindi ancora pregno dello humor spontaneo della serie televisiva, esplode in tutto il suo delirio demenziale. Il prodotto reca la firma dei Toon Studios, il che è un peccato perchè graficamente è pessimo, con personaggi poco espressivi, a dispetto di fondali molto buoni (stesso problema che aveva anche Springtime with Roo). L'introduzione è più classica che mai con la carrellata live-action sulla cameretta e l'apertura del libro, e le canzoni ripresentano la classica struttura sciocca. Si parte col solitissimo Winnie the Pooh, a seguire poi Trick 'R' Treating With Our Friends, Brave Together e As Long As I'm Here With You nei credits. Due canzoni poi sono comprese nel mediometraggio: I Am Not Afraid e la fantasiosissima I Wanna Scare Myself!, canzone di Tigro pregna di genuino spirito Poohesco. Insomma l'ultimo prodotto dell'orsetto si rivela una scialberia unica, e si spera che dopo il meritato letargo non ci dovremo più ritrovare davanti a film poco ispirati o prodotti astrusi come questo.  (fonte: la tana del sollazzo)

contenuti speciali:
- gioco: alla ricerca dei dolcetti
- gioco: passa la zucca
- gioco: il bingo di Pooh
- gioco: party planner di Halloween

Winnie the Pooh e gli Efelanti (Pooh's Heffalump Movie)



Anno 2005
lungometraggio, distribuito al cinema, dei WDTA

fonte: la tana del sollazzo
Il primo film d'animazione uscito al cinema dopo l'annuncio della Feature Animation di sopprimere l'animazione tradizionale è anche l'ultimo lungometraggio di Winnie the Pooh, prima di un - doveroso - periodo di pausa. Differentamente però da Topolino - Strepitoso Natale questo nuovo parto cinematografico dei Toon Studios è in animazione tradizionale, e si discosta quindi dalla politica della casa madre, attualmente ostile a prodotti non in computer grafica. Tuttavia i Toon Studios possono ancora continuare sulla strada del 2d, perchè considerati appunto studi minori e di scarsa importanza, utili solo a produrre film sulla scia di altri. Che poi questi Toon Studios nei mesi seguenti avrebbero dimostrato di poter essere ben di più, arrivando a sfornare prodotti superiori a quelli della casa madre è un altro discorso, che però non riguarda Winnie the Pooh e gli Efelanti. L'idea che potesse esistere un lato oscuro nel mondo di Winnie the Pooh, rappresentato dalle angosce infantili, le peggiori e le più incontrollabili, era già radicata nei libri di Milne, e aveva trovato la sua meravigliosa espressione nella sequenza musicale Efelanti e Noddole presente nel primo film. In questa sequenza onirica, buffa e inquietante, Pooh sognava di essere sballottato qua e là da strani esseri dall'aspetto di elefanti e donnole, ghiotti di miele. L'angoscia verso questi strani e bizzarri esseri gli era stata instillata la sera prima da Tigro, alla sua prima apparizione, che ne aveva minacciato l'arrivo con orrore di Pooh. Lo stesso nome di questi esseri altro non era che una storpiatura tipicamente infantile, che presto avrebbe avuto degni seguiti nei concetti di giagulari, rintoferonti e tontobrilli. La sequenza onirica poi era assai allucinata e parecchio inquietante pur mantenendo il feeling buffo e lo stile del Bosco dei Cento Acri. Un degno seguito dell'osannata Pink Elephants on Parade di Dumbo. Efelanti e Noddole sarebbero stati poi figure ricorrenti nella serie televisiva, sia solo come concetti che come apparizioni vere e proprie, spaventando i protagonisti e, almeno in un caso, facendoci inaspettatamente amicizia.
Con simili premesse un lungometraggio tutto incentrato su questo lato "dark" di Winnie Pooh avrebbe potuto essere grandioso, e bissare le atmosfere "malate" di Winnie the Pooh alla Ricerca di Christopher Robin. Ma sfortunatamente così non fu, e al posto del film definitivo di Pooh venne prodotto un filmetto nella media della serie, piacevole ma lungi dall'essere eccezionale. La serie televisiva venne spazzata via con un colpo di spugna. Dell'amicizia tra Pimpi e il cucciolo di efelante non vi è più alcuna traccia nella memoria dei protagonisti, e lo stesso aspetto degli efelanti è meno bizzarro è più naturalistico di quanto si era visto finora nella serie tv, suggerendo che l'aspetto spaventoso di questi esseri altro non era che una trasfigurazione mentale di Pooh e soci. E qui si capisce dove si voleva arrivare con l'espulsione dal cast di persoanggi meno popolari come De Castor, Uffa a Christopher Robin, rispettivamente eliminato, accantonato e limitato ad un cameo nei credits. Adesso al centro di tutto c'è Ro, che da T Come Tigro in poi si era progressivamente ritagliato uno spazio suo, arrivando a farsi intitolare il lungometraggio precedente. E' Ro adesso a sostituire Pimpi in questo primo approccio del Bosco dei Cento Acri con una realtà diversa, che si incarna in Effy, nuovo personaggio "fisso" che d'ora in poi occuperà un posto d'onore nel merchandising intitolato all'orsetto. Caratterizzatoperfettamente come se si trattasse di un bambino autentico, Effy fa coppia con Ro, caratterizzato analogamente, e Il baricentro si sposta: per favorire l'identificazione dei bambini adesso sono Ro e Effy i veri protagonisti dell'universo di Pooh, limitando la presenza degli altri e facendoli apparire come amici occasionali e pasticcioni.
Dopo un inizio d'atmosfera, ben animato e assai misterioso, in cui gli abitanti del bosco sentono strani barriti di primo mattino, si apprende dell'esistenza di un confine che separa il Bosco dei Cento Acri dalle Terre Selvagge, la riserva degli Efelanti. E fin qui il film mantiene le promesse, sbugiardandosi però ben presto, dopo l'inizio della spedizione di caccia che vedrà vincente solo Ro. Il problema è che non appena Ro e Effy si incontrano, il film diventa esclusivamente su di loro e sulla loro amicizia relegando gli altri personaggi a un ruolo infimo, inconcludente e facendoceli apparire più ottusi del solito. In tutto questo si salva ovviamente Kanga, che come madre di Ro assurge a unico personaggio sensato della combriccola, e che verrà premiata nel finale con un rapporto preferenziale con la madre di Effy, altra new entry destinata a rimanere fissa. Se prima ogni personaggio rappresentava più meno una caratteristica infantile (tenerezza, paura, esuberanza, tristezza) comincia ora a formarsi uno strato più adulto e responsabile, anche solo per contrapposizione coi due nuovi protagonisti. E in questo rapporto genitori/figli, Pooh, Tigro, Ih-Oh e Pimpi finiscono per essere completamente estranei, non bambini e neanche adulti. Insomma immaturi.
Narrativamente parlando siamo in pieno rinnovamento: Springtime with Roo con il ritorno del libro e il grande ruolo assunto dal narratore era stato solo una parentesi limitata al campo dei direct-to-video. Perfettamente in linea con Pimpi Piccolo Grande Eroe, qui il libro non è presente neanche per un momento, e il narratore è un inedito Pooh carismatico (!), ci sono però alcune gustose citazioni di alcune situazioni classicissime, che si vedono durante i titoli di coda, che mostrano l'inserimento di Effy nella comunità, facendogli reinterpetare scene storiche (come Pooh incastrato nella tana di Tappo o Pimpi svolazzante) e sopratutto facendogli conoscere uno dei grandi assenti del film, Christopher Robin. Un altro elemento di modernità che ricollega Pooh's Heffalump Movie con Piglet's Big Movie è la colonna sonora di Carly Simon, che al film ha partecipato anche in veste di ideatrice del lunghissimo nome completo di Effy. La Simon scrive un gruppetto di canzoni tutte più o meno ispirate, perfettamente a metà tra il suo stile "materno" e quello buffo del mondo di Pooh. E dopo la sua solita reinterpetazione di Winnie the Pooh, si passa subito alla buffissima The Horribly Hazardous Heffalumps!, in cui Tappo e gli altri descrivono a Ro gli efelanti, una sequenza disegnata in modo volutamente sgraziato ed estremo, per sottolineare l'estrema goffaggine del "mostro". C'è poi l'incantevole sequenza di Little Mr. Roo, la graziosissima ninna nanna che Kanga canta a Ro mettendolo a letto, disegnata benissimo. E' una colonna sonora varia che comprende canzoni fuoricampo cantate dalla Simon, e canzoni cantate direttamente dai personaggi, brani poi che vanno dal materno al buffo, passando per l'infantile, come nel caso di The Name Game. Shoulder to Shoulder è l'intensa canzone fuoricampo che descrive il rapporto da Effy e Ro (e che tornerà nei credits) ma senza dubbio la migliore è quella che non trova posto durante il film ma sta nei titoli di coda. Si tratta dell'intrigante In the Name of the Hundred Acre Wood / What Do You Do?, "inno di guerra" del Bosco dei Cento Acri nella spedizione contro lo straniero, che se aggiunta durante il film avrebbe potuto conferire un po' di quel sale che si sente mancare.
E poi c'è il comparto grafico, per cui vale lo stesso discorso fatto per Pimpi: medioalto, con alcuni picchi all'inizio e durante la sequenza notturna di Kanga e Ro. Lo stesso vale per gli sfondi e i colori, piacevoli e niente affatto televisivi. Continua però a pesare il gravoso precedente di T Come Tigro realizzato dallo stesso team giapponese, ma infinitamente superiore e in confronto al quale molte scene di questo Heffalump Movie appaiono molto meno espressive.
Winnie the Pooh e gli Efelanti fu un'importante tappa per i Toon Studios e per il loro cammino che li avrebbe portati ad acquisire una propria identità nel giro di pochi film. La seconda tappa per la precisione, dopo che con Il Libro della Giungla 2 per la prima volta avevano reso pubblico il proprio nome, dichiarando la propria indipendenza dal resto della Disney Television. Al termine dei titoli di coda di Heffalump Movie spuntava infatti per la prima volta un Topolino con un pennello che, sporgendosi da un tondino, spennellava la scritta "Disney Toon Studios". Il simbolo della Disney era quindi diventato il testimonial dei Toon Studios, contrapponendosi ad altri celebri marchi, come il Luxo Jr. della Pixar o il castello della Feature Animation. I Toon Studios avevano adesso un logo.
Un vero peccato poter definire soltanto "carino" un film che a giudicare dal titolo avrebbe potutto offrire molto di più, fornendo a Pooh le pagine più esaltanti della sua carriera cinematografica. E un peccato anche che quanto di buono avesse lasciato in eredità la serie televisiva sia stato accantonato così drasticamente, ma i motivi per cui questo venne fatto sarebbero stati palesati pochi mesi dopo con l'uscita dello special Il Primo Halloween da Efelante, che riproponeva il vecchio mediometraggio televisivo Boo! To You Too! Winnie the Pooh contornandolo con quaranta minuti di (scadente) animazione inedita avente come protagonisti, guarda caso, i due amichetti. Attualmente pare che che la serie dei film di Pooh stia stagnando; si vocifera di un nuovo personaggio umano femminile che potrebbe venir introdotto in sostituzione (oppure a fianco) di Christopher Robin, in una futura serie o addirittura in un film. Comunque stiano le cose c'è da augurarsi che lascino Pooh in letargo quantomeno il tempo necessario perché salti fuori un'idea che giustifichi il suo impiego in un lungometraggio, ponendo fine al periodo di inflazionamento del povero orsetto sciocco.

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DVD - Winnie the Pooh e gli Efelanti

Winnie the Pooh e gli Efelanti - DVD


Contiene:
Winnie the Pooh e gli Efelanti (Pooh's Heffalump Movie) (min 65.14)

contenuti speciali:
- gioco: Gioca a nascondino con Effi e Roo
- documentario: Benvenuto in famiglia, Effi

Winnie the Pooh - Ro e la Magia della Primavera (Winnie the Pooh - Springtime With Roo)



Anno 2004
lungometraggio dei WDTA

fonte: la tana del sollazzo
Curioso il fatto che in un periodo in cui tutti i film di Winnie the Pooh prendevano la strada del grande schermo, Ro e la Magia della primavera sia invece rimasto a languire nella categoria dei direct-to-video. Questo è quindi il secondo lungometraggio direct-to-video di Pooh dopo Winnie the Pooh alla Ricerca di Christopher Robin. A dire il vero però qualcos'altro c'era già stato con Pooh nel circuito home video prima di Springtime with Roo: mi riferisco alla serie di dvd compilation che assieme a nuova animazione creata per l'occasione contenevano quattro mediometraggi vacanzieri prodotti nel decennio precedente. Tempo di Regali era stata la prima di queste uscite, e al suo interno conteneva oltre a un paio di episodi della serie tv, il mediometraggio A Winnie the Pooh Thanksgiving. Era poi uscito il dvd che conteneva Winnie the Pooh, a Valentine for You assieme ad un altro episodio della serie, sempre in tema con San Valentino. Qualcosa di più simile a un lungometraggio era stato Buon Anno con Winnie the Pooh che contornava Winnie the Pooh and Christmas Too! con 40 minuti di animazione nuova, e la stessa cosa avrebbe fatto con Booh! To You Too, Winnie the Pooh! il dvd Il Primo Halloween da Efelante, uscito solo l'anno successivo a Ro.
Springtime with Roo è invece un lungometraggio a tutti gli effetti, non ha al suo interno animazione riciclata, e non è un film a episodi, è però possibile che abbiano voluto intendere la sua uscita più nel filone di questi holiday special che in quello ben più importante delle uscite cinematografiche, che l'anno dopo avrebbe portato nei cinema Winnie the Pooh e gli Efelanti. A ben guardare però si capisce il motivo per cui Ro non è passato nei cinema: benché il film rechi la firma dei Toon Studios, l'animazione dei personaggi è stata realizzata a Toon City, dove prendono vita le serie televisive. I personaggi sono infatti disegnati e animati in modo assai scadente, e la cosa contrasta molto con i fondali che invece sono realizzati divinamente e presentano una colorazione davvero molto appagante. Probabilmente l'alta qualità di questi sfondi è invece opera dei Toon Studios, che si sono ritrovati a dover legare il proprio nome ad un film che avevano solo in parte prodotto, con conseguente perdita di parte della credibilità guadagnata con Il Re Leone 3. Il modo migliore di gustarsi il comparto grafico di Ro è quindi mettere il fermo immagine e ammirarne quindi le ambientazioni, impedendo ai personaggi di muoversi andando incontro a orrende deformazioni.
La trama non è altro che una reinterpetazione a tema pasquale del Canto di Natale di Dickens, utilizzato fino alla nausea in centinaia di cartoni animati ma sempre d'effetto. A dispetto del titolo non è certo Ro il vero protagonista della storia, in cui non ha certo un ruolo più grande di quello che aveva in T Come Tigro, bensì Tappo, che sembra detestare la Pasqua a causa di un trauma subito l'anno prima, quando a causa della sua eccessiva pignoleria era stato accantonato dai suoi amici e aveva perso il titolo di "coniglio pasquale", organizzatore dei festeggiamenti, finendo per ripiegare sul giorno delle pulizie di primavera. La struttura seguirà alla lettera la storia di Dickens con tanto di flashback, flashforward e redenzione finale. Pur appartenendo alla fase più recente del rilancio di Winnie Pooh, questo suo quinto film rispolvera alcuni elementi che in Pimpi erano stati messi da parte, rendendoli la base su cui si articola tutto il film e donandogli quel sapore tradizionalista. Innanzitutto la sequenza live-action introduttiva che getta uno sguardo sulla camera di Christopher Robin per poi passare ad aprire il libro di fiabe, e poi appunto il libro. Finalmente i personaggi tornano a muoversi tra le illustrazioni del libro, e addirittura ad uscirne spesso e volentieri dai margini, sedendosi sulla copertina, scorazzandondo tra le pagine o uscendone fuori, come fa Roo sull'inizio, bissando l'apertura di T Come Tigro. E poi c'è l'interattività col narratore, che assurge a vero e proprio personaggio della storia, a cui i personaggi spesso e volentieri si rivolgono e che se la cava e meraviglia nel ruolo di coscienza di Tappo, sostituendo così i tradizionali spiriti dei Natali passati, presenti e futuri. E' infatti la notte tormentata di Tappo in cui i suoi flahback lo tormenteranno il momento più simpatico del fim, in cui prima Tigro e poi lo stesso narratore lo trascineranno in giro per i capitoli, facendolo camminare sulla superficie del libro e addirittura sedere sulla costa in cima, per poi portarlo tra le pagine del libro che non sono ancora state scritte.
Il fatto che sia Tappo il protagonista è stato bellamente ignorato nel titolo e si è invece preferito intitolare il film a Ro, personaggio che si stava cercando in tutti i modi di rilanciare, anche a scapito degli altri suoi compagni di cast. Nel film sono assenti infatti sia Christopher Robin che Uffa. Per non parlare di De Castor, dato per disperso ormai da tempo. Una tendenza negativa a mietere vittime in un cast che si sta cercando di rinnovare tramite l'inserimento di personaggi nuovi come Effy, che l'anno successivo avrebbe debuttato in Winnie the Pooh e gli Efelanti.
Non è certo esaltante la colonna sonora di Springtime with Roo: oltre alle onnipresenti Winnie the Pooh e The Wonderful Thing About Tiggers sono presenti cinque canzoni nuove. Si parte con We're Huntin' Eggs Today, che i protagonisti cantano speranzosi di festeggiare la Pasqua, mentre Sniffly Sniff è la canzone che Pooh canta Tappo li costringe a fare le pulizie di Primavera. Easter Day with You è invece il tema principale del film, quello di Pasqua che verrà ripreso più volte, anche nel finale con il reprise The Grandest Easter of Them All. The Way It Must Be Done è infine la canzone che il Tappo del passato canta su come secondo lui devono essere fatte le cose. Tutte canzoni leggere, infantili e molto sciocche, che non stonano con il mondo di Winnie Pooh, anche se sicuramente nella serie si è visto di meglio.
Non brutto ma neanche imperdibile, Springtime with Roo appartiene alla fase calante dell'orsetto, periodo in cui l'abuso di film su di lui stavano inflazionandone la qualità. L'anno dopo con il cinematografico Winnie the Pooh e gli Efelanti Pooh avrebbe sospeso a tempo indeterminato la sua carriera, in attesa di tempi e sceneggiature migliori. Ro e la Magia della Primavera da parte sua fu l'ultimo lungometraggio dei Toon Studios al di sotto di una certa soglia qualitativa oltre la quale d'ora in poi non si sarebbe mai più scesi.

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Winnie the Pooh - Ro e la Magia della Primavera - DVD



Contiene:
Winnie the Pooh - Ro e la Magia della Primavera (Winnie the Pooh - Springtime With Roo) (min 62.39)

contenuti speciali:
- gioco: Suoni della primavera
- gioco: Decoriamo la casa di Tappo
- gioco: Crea con Disney (tipo Art Attack)


Pimpi, Piccolo Grande Eroe (Piglet's Big Movie)



Anno 2003
lungometraggio, distibuito al cinema ,dei WDTA

fonte: la tana del sollazzo
Pochi mesi dopo Il Libro della Giungla 2, i Toon Studios freschi freschi di nome nuovo, tornano al cinema con Pimpi, Piccolo Grande Eroe, quarto lungometraggio ufficiale dell'orsetto che tanto successo stava riscuotendo in quel periodo, grazie anche al buon riscontro di pubblico di quel T Come Tigro uscito tre anni prima. E come Tigger Movie anche questo Piglet's Big Movie focalizza su un personaggio del bosco dei Cento Acri, rendendolo protagonista di un film a lui dedicato. Film, che è bene ricordare, non toglie alcun ruolo al povero orsetto sciocco, che a dispetto del suo ruolo in ogni apparizione era stato un personaggio piuttosto passivo e in balia degli eventi. Pur collocandosi sulla scia inaugurata da T Come Tigro, Pimpi però contenutisticamente se ne discosta mostrando non poche differenze con l'illustre predecessore.
La prima considerevole differenza è il budget. Pur trattandosi dello stesso team giapponese che realizzò T Come Tigro qui il comparto grafico è molto inferiore. Non certo scadente, ma lontanissimo dalla magnificenza del predecessore. I personaggi sono disegnati discretamente: a tratti il disegno scade, e a tratti si innalza restituendo ai personaggi l'espressività che avevano in T Come Tigro. Ma complessivamente tutto si attesta su un più che dignitoso livello medio che non disgusta e non strabilia, una mediocrità che non risparmia neanche i fondali, ora più spogli, e i colori, ora più piatti. Scompare del tutto quella bidimensionalità nella tridimensionalità che in T Come Tigro era tanto presente, e pure il delizioso omaggio alla tecnica Xerox viene a mancare, ma questo già lo si poteva intuire dal Libro della Giungla 2 in cui era stato preferito un taglio più moderno.
La seconda considerevole differenza è proprio questo taglio più moderno, che oltre ad eliminare la tecnica Xerox si sbarazza bellamente delle trovate metanarrative che inquadravano lo svolgimento dei fatti all'interno di un libro. A dire il vero il libro è presente ma solo nei primissimi fotogrammi per poi sparire subito con effetto dissolvenza e lasciare il posto a un approccio più sbrigativo e simile a quello di Alla Ricerca di Christopher Robin. Di conseguenza sparisce pure l'ormai tradizionale sequenza introduttiva live-action nella stanza di Christpher Robin in cui venivano mostrati i corrispettivi reali - o meglio di pezza - dei personaggi del film. E pure le musiche da questo film in poi cambiano autore: pensionati gli attempati fratelli Sherman il testimone viene passato alla cantante Carly Simon che d'ora in poi diventerà collaboratrice fissa della serie. Già in questo film la Simon si guadagna addirittura una sequenza live-action tutta per sé in cui canta e suona la chitarra, a titoli di coda iniziati. Titoli che mostrano spezzoni di film inquadrando di volta in volta i personaggi coi credits dei relativi doppiatori, un'usanza tipica dei film live-action, usata nell'animazione solo una volta in Robin Hood.
Il terzo e più importante elemento di differenziazione è proprio la struttura del film, sperimentale e assolutamente fuori dagli schemi. Pimpi, Piccolo Grande Eroe è infatti un film a episodi. E allo stesso tempo non lo è. Tutto prende mosse dal complesso d'inferiorità di Pimpi, che sentendosi inadeguato sparisce per un po'. Quando i suoi amici se ne accorgono organizzano una spedizione per cercarlo, e per strada si fanno cogliere dall'onda dei ricordi dando così modo a tre brevi sequenze flashback di inserirsi nel racconto e andare a riempire il corpo centrale del lungometraggio. Per la prima volta quindi i segmenti di un film a episodi non costituiscono l'intero film, limitando il resto a semplici interstials, ma occupano una zona ben definita e si inseriscono all'interno di una storia che anche senza di loro avrebbe comunque modo di procedere. Una fusione armonica che alleggerisce molto il film riducendo la frustrazione di chi, convinto di vedere una storia unica, se ne vede iniziare tre di seguito con conseguente sfasamento dei ritmi. E questo è dato sia dalla brevità delle sequenze che dalla loro qualità. Benché si potessero inventare seduta stante tre storielle sciape con protagonista Pimpi, gli studios compiono l'intelligente scelta di andare a recuperare alcuni capitoli dei libri di Milne che nel Classico erano stati tralasciati, fornendo quindi una sorte di appendice a Le Avventure di Winnie the Pooh.

Winnie the Pooh Chapter VII - In Which Kanga and Baby Roo Come to the Forest, and Piglet Has a Bath
Il primo dei tre segmenti arriva dritto dritto da Winnie the Pooh il primissimo libro di racconti di Milne, e racconta dell'arrivo nella foresta di Kanga e Roo e della diffidenza con cui furono trattati inizialmente dalla vecchia guardia di pupazzi. Vecchia guardia che include erroneamente anche Tigro, che sarebbe arrivato nella foresta solo molto tempo dopo. Un errore che sarebbe stato perdonabile se lo si fosse considerato una licenza poetica, una libera trasposizione, ma che a ben vedere costituisce un errore di continuity bello grosso. in Troppo Vento per Winnie Pooh Kanga era infatti ben presente all'arrivo di Tigro. Non possono dunque esser stati presenti entrambi all'arrivo di entrambi. Nerdaggini a parte, è da segnalare l'inside joke del pesce sull'albero, che costituisce l'inaspettato avverarsi di un espediente usato poco prima dai pupazzi come bluff per distrarre Kanga e sostituire Roo con Pimpi.
 
Winnie the Pooh Chapter VIII - In Which Christopher Robin Leads an Expotition to the North Pole
Brevissimo questo segmento, in cui la combriccola parte per una "spendizione" per scoprire il Polo Nord salvo poi trovare il Palo Nord come tipico dei giochi di parole di Milne. L'atto di eroismo di Pimpi qui ricordato sta nel salvataggio di Roo tramite il Palo di cui sopra, evento assente nel testo di Milne e aggiunto per esigenze narrative. Una chicca che restituisce l'antico sapore del Winnie Pooh più arcaico.

The House At Pooh Corner Chapter I - In Which a House Is Built at Pooh Corner for Eeyore
Appartenente invece alla seconda e ultima raccolta delle storie di Milne, racconta della scoperta dell'angolo di Pooh e della costruzione della famosa casetta di Ih-Oh fatta di legnetti.

La colonna sonora di Carly Simon è diversa da quanto sentito finora nei film di Pooh, sicuramente più pop ma anche delicata e carezzevole. Salvo la riproposizione del tema The Wonderful Thing About Tiggers , tutte le altre canzoni sono cantate dalla voce fuoricampo di Carly Simon che si occupa di interpetarle tutte direttamente. Si parte con la riproposizione della classica Winnie the Pooh per poi passare al lamento di Pimpi If I Wasn't So Small. Mother's Intuition è la canzone di Kanga nel primo dei tre flashback mentre Sing Ho For the Life of a Bear è la canzone del secondo, incentrata sulla spedizione di Christopher e soci, le cui parole sono prese direttamente dal testo originale di Milne.
Nel terzo episodio è presente pure una delle canzoncine sciocche di Pooh, The More it Snows, ovviamente non cantata dalla Simon, e With a Few Good Friends, forse la miglior canzone del film che tornerà in versione live atcion nei credits alla fine. L'ultima canzone The More I Look Inside è visivamente un piccolo capolavoro. Collocata dopo i flashback e prima del climax finale che porterà al ritrovamento di Pimpi, consiste in una fantasia animata di disegni infantili realizzati dai pupazzi, in cui Pimpi viene idealizzato e diventa protagonista di una versione distorta di quanto visto finora nei ricordi. Come nel Libro della Giungla 2anche qui è presente una canzone fantasma, la lenta Comforting to Know, ascoltabile solo nella versione originale dei titoli di coda e assente in italiano, dove è stata rimpiazzata da alcuni brani strumentali.
Pimpi Piccolo Grande Eroe, pur non essendo un film molto vivace nel suo svolgimento, ha modo di riscattarsi sul finale in cui i ritmi accellerano all'inverosimile per puntare ad una sequenza ad alto rischio assai ben diretta. Il regista è infatti quello stesso Francis Glebas che aveva firmato la sequenza Pomp and Circumstances di Fantasia 2000. La sperimentazione iniziata con questo film avrebbe poi portato i Toon Studios ad osare sempre di più fino a costruire lungometraggi originali come Il Re Leone 3 e Le Follie di Kronk. Ma con questo film sarebbe anche iniziata la fase calante della carriera dell'orsetto, caratterizzata da film con poco mordente. Non è un caso quindi che l'anno successivo la Disney avrebbe preferito far uscire al cinema Teacher's Pet, relegando il successivo film di Pooh, Ro e La Magia della primavera, alla triste condizione di economico direct-to-video.

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Trilli e il Tesoro Perduto (Tinker Bell and the Lost Treasure)




Anno 2009
lungometraggio dei WDTA

fonte: la tana del sollazzo
Pur essendo circolato eccezionalmente in alcune sale UCI è finalmente uscito ufficialmente questo sequel di Trilli, che porta avanti il progetto di Lasseter di rifondazione del brand Toon Studios. Rifondazione che procede molto bene, e lo si può dire dopo un'annata intera in cui siamo per la prima volta rimasti privi di qualsivoglia sequel imbarazzate: niente Pinocchio 2, niente secondo dvd delle Enchanted Tales, progetto ormai naufragato, è rimasta questa consuetudine novembrina del film di Trilli, un'abitudine deliziosa, posizionata strategicamente come una sorta di assaggio delle novità Disney di fine anno che invece vedremo al cinema.
Perché adesso la qualità è davvero salita: pur non raccontando chissà cosa, questi film di Trilli sono una boccata di genuinità e magia, nel senso meno lezioso del termine. E questo secondo film non fa eccezione: animato ancora una volta dai Prana Animation Studios, studio indiano che aveva già realizzato il primo Trilli, si fa apprezzare per la cura maniacale infusa nella realizzazione di un mondo coerente per queste fatine. Il tutto è perfettamente in linea con quanto impostato l'anno scorso: il mondo delle fate, i richiami celtici, l'aspetto visivo dovuto alle atmosfere sognanti, agli scenari coloratissimi, alla natura che pervade ogni singolo fotogramma. Stavolta vengono messe da parte le amichette di Trilli, molto più presenti nel primo film, per far spazio a una sorta di piccola quest che vede Trilli andare a nord dell'Isola Che Non C'é: ci si focalizza più sul rapporto con Terence di amor/amicizia puramente adolescenziale, senza però cadere troppo nel teen drama, ma rimanendo nel più genuinamente infantile. In senso buono s'intende, visto che come nel primo film è la semplicità a farla da padrona: nessuno sbalzo di registro, nessuna esagerazione umoristica sfociante nel fiappume, come accadeva in titoli passati quali La Sirenetta 3, tutto è perfettamente calibrato e si nota che dietro c'è la mano discreta e saggia di Lasseter. Tuttavia, ho personalmente preferito il primo film, dove la trama era praticamente inesistente e c'era più magia e intimismo, il tutto sinfonicamente amalgamato con pennellate celtiche, che pur essendo presenti anche qui ho trovato meno efficaci. La colonna sonora rimane ad ogni modo di ottima qualità, anche se meno brillante: If You Believe, cantata in Italiano da L'Aura, apre (e chiude con un reprise) il film mostrando le fatine intente a creare l'autunno, in una scena che richiama un po' Fantasia, un po' il finale del primo film, dove invece toccava alla primavera. In questo caso la canzone è meno esaltante ma delicata quanto basta a immergere nelle bellissime atmosfere del film e L'Aura fa un buon lavoro adattandosi in pieno allo stile. Fairy Tale Theatre è invece il gioiello del film, ascoltabile quando Trilli viene accidentalmente a conoscenza dell'obiettivo del suo viaggio, è forse la più evocativa e solenne di tutte, e rimane ben impressa anche se composta da pochissimi versi cantati. The Gift of a Friend e Where the Sunbeams Play sono invece presenti nei titoli di coda, e quindi più tendenti al pop, pur non tradendo l'impronta stilistica raffinatissima del film, e apparendo piacevoli all'ascolto e sicuramente non Disneychannelliane.
Il comparto grafico, pur trattandosi di un direct to video, è assai curato: su fondali, textures, animazioni, luci e colori neanche mi esprimo, tanto alta è la qualità. I modelli rimangono invece un po' bambolettosi, specialmente nelle figure maschili non caricaturali come Terence, ma le fatine sono piacevoli a vedersi e anche alcuni personaggi più comici come ad esempio i Troll. Ecco, i Troll. Quelli doppiati dai Fichi d'India. Che trovano il modo di inserirci pure un ahrahrahra a tradimento. Sorvolando sul fatto che graficamente sono due modelli molto buoni (molto meglio della banalerrima spalla puccettosa che affianca Trilli nel viaggio), che in inglese la resa è diversa e che hanno in tutto un paio di minuti di battute, trovo che si sia mancato di rispetto enormemente allo stile raffinato del film chiamando quei due dementi a doppiare due personaggi, sebbene comici. Che lo si sia fatto perché sotto sotto ci somigliano, che potesse venir fuori molto peggio sono cose indubbie, questo non toglie che il film perda sia pur in piccola parte prestigio, e trattandosi di un direct to video, categoria in fase di redenzione, non penso che fosse il caso. Per il resto va detto che sono stati chiamati, in continuità col primo film, nuovamente Luca e Paolo per dar la voce a Clunk e Bloblò, pur avendo i due personaggi pochissime battute, e la cosa è stata molto gradita e coerente. Quanto agli extra sono stati l'ennesima gradita sorpresa: niente giochetti puerili, a parte forse una clip in cui si fa il punto sul mondo delle fate, un filmato che mostra come il mondo di Trilli ha contaminato Walt Disney World, alcuni contenuti creati appositamente per l'edizione italiana con Luca e Paolo (spassoso) L'Aura (buono) e i Fichi d'India (no comment), le scene eliminate e soprattutto i fuoriscena, animati appositamente, come non si vedevano dai tempi di Monster & Co.
Per i puristi che continuano a veder di cattivo occhio questa raffinata operazione in quanto figlia del marketing e snaturante viene dato un contentino mostrando come il carattere di Trilli si sia parecchio evoluto verso l'irascibilità, la fatina infatti ha poca pazienza, non è maturissima e spesso e volentieri diventa tutta rossa, la qual cosa viste anche le premesse del terzo film, in cui verrà rapita e avrà a che fare con Vidia, potrebbe preludere a una maturazione del carattere in senso "negativo" con conseguente abbandono della Radura per andare a star con Peter. Qualsiasi cosa abbiano intenzione di fare con questo brand direi che non c'è troppo da preoccuparsi, l'uomo grasso con la camicia hawaiiana è lì che vigila.

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DVD - Trilli e il Tesoro Perduto 
DVD - Trilli la Collezione Completa - cofanetto 6 dvd Disney Fairies