domenica 30 novembre 2014

Oliver & Company (Oliver & Company)



Anno 1988
27° lungometraggio animato

fonte: la tana del sollazzo
Quale modo migliore di dare l'addio al trentennio Xerox se non con un film che, coerentemente con la tendenza dell'epoca, parla di gatti, cani, bambine e rapimenti?
L'accusa principale che viene mossa ad Oliver & Company è infatti quella di non essere un film molto originale. Cosa non del tutto falsa. Si tratta infatti della trasposizione Disney dell'Oliver Twist di Dickens, seppur con un'impostazione radicalmente differente: il setting è la New York dei giorni nostri e Oliver, anzichè un orfanello, è un gattino randagio. E' probabile che scegliendo ancora una volta queste tematiche la Disney abbia voluto congedarsene, mostrando una volta per tutte il modo "Disney" di trattarle dopo un decennio di manierismo Donbluttiano. E infatti in Oliver & Co. non mancano elementi di modernità, che donano al film quella freschezza che i vari Fievel Sbarca in America e Charlie - Anche i Cani Vanno in Paradiso non hanno: innanzitutto la tecnica xerox è ridotta al minimo, e quasi soltanto i fondali ne risentono. In compenso, cominciano a notarsi i primi vistosi accenni di computer grafica, nell'automobile del gangster Sykes, villain del film. Ma la freschezza risiede anche nella caratterizzazione dei personaggi, non solo nella grafica: non che Fagin, Dodger e il resto della banda brillino per originalità, tuttavia nei loro comportamenti e nella loro recitazione è possibile riconoscere quell'inconfondibile estetica Disneyana che conferisce loro una buone dose di appeal.
I pezzi musicali questa volta sono cinque, due dei quali davvero notevoli: Once Upon a Time in New York City è un inizio delicato, che riesce a rendere magico il clima caotico della metropoli, Why Should I Worry? è invece lo scatenato tema di Dodger, autentico manifesto programmatico dello spirito del film. C'è poi Perfect Isn't Easy, cantata dalla barboncina Georgette, un pezzo gradevole supportato da un'animazione curatissima. In tutto questo stonano però la moderna-a-tutti-i-costi Streets of Gold, assolutamente insipida e disarmonica, e la mielosa Good Company, cantata da Jennifer, padroncina di Oliver e personaggio assai poco interessante. A proposito di questa bambina, va ricordato che il suo ruolo avrebbe dovuto svolgerlo Penny, la piccola protagonista del primo Bianca & Bernie, idea lasciata da parte, per il timore di creare confusione pasticciando coi concetti di spin-off e crossover, piuttosto alieni al mondo Disney.
Fra i personaggi che si ricordano più spicca però Fagin, capolavoro di espressività, e soprattutto il massiccio Sikes, modellato da Glen Keane, che per l'occasione visualizza un ideale corrispettivo umano di Rattigan, confermandosi come l'animatore più bravo per i personaggi massicci e accattivanti. L'era Xerox si chiude così, con questo audacissimo adattamento di un'opera letteraria, esperimento che si sarebbe ripetuto solo 15 anni dopo, con Il Pianeta del Tesoro, in cui però il drastico cambio di ambientazione avrebbe regalato al pubblico uno scenario così irreale che non sarebbe invecchiato tanto presto, a differenza dell'ormai obsoleta New York anni '80. Era tempo di voltare pagina, e tornare alle grandi fiabe, ai grandi drammi con umani, ai meravigliosi musical: era tempo di ricreare il kolossal animato.

Disney Compendium
Wikipedia
IMDB

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VHS - Oliver & Company

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