domenica 3 maggio 2015

Il Canto di Natale di Topolino (Mickey's Christmas Carol)



Anno 1983

fonte: la Tana del Sollazzo
(...) capolavoro fra i mediometraggi Disney, il gioiello per eccellenza, il compagno fedele di ogni Natale ormai da quasi trent'anni a questa parte, il cartone animato che prese i personaggi Disney e dimostrò che li si poteva utilizzare anche per raccontare trame drammatiche, senza rinunciare al loro lato umoristico, ma soprattutto l'opera che dimostrò che nei ragazzi della seconda generazione Disney c'era un potenziale sconfinato che avrebbe portato alla leggendaria rinascita di sei anni dopo. Tutto nasce da un disco, uno di quelli che raccontavano la fiaba come andavano di moda molto tempo fa: per questo disco erano stati chiamati fior fior di doppiatori, che interpretavano magistralmente la storia di Dickens con i personaggi amati, e cosa ancor più fondamentale nel ruolo di Scrooge c'era proprio Paperone, per la prima volta con la voce di Alan Young. Quando si decise di creare una featurette con gli standard characters su una storia così bella non si potè fare a meno di pensare al disco di qualche tempo prima e Alan Young venne quindi ingaggiato come doppiatore ufficiale di Paperone, quale sarebbe rimasto per molti anni a venire. Il resto del cast vedeva per la prima volta su grande schermo la nuova voce di Topolino Wayne Allwine e per l'ultima volta il caro vecchio Clarence Nash a doppiare Paperino: e non sono gli unici nomi sorprendenti a far capolino dai credits, infatti c'è un giovanissimo John Lasseter, dei giovani Glen Keane e Mark Henn e persino Mark Dindal. A dirigere ecco il veterano Burny Mattinson, presente agli studios da parecchio tempo e ancor'oggi in attività con il nuovo lungometraggio Winnie the Pooh. Poi ecco un giovane Don Hahn come assistente di produzione, il veterano Eric Larson maestro della nuova generazione che figura come consulente dell'animazione e persino Irwin Kostal che già aveva supervisionato e arrangiato la musica dei fratelli Sherman per i lungometraggi a scrittura mista degli anni '60 e '70 e che qui compone le musiche e la bellissima e commovente canzone Oh, What a Merry Christmas Day che accoglie carezzevolmente lo spettatore lungo tutti i titoli di testa, realizzati meravigliosamente con quell'effetto antico che partendo da una rivisitazione della series card di Mickey Mouse creata per l'occasione, conduce per mano alla stupenda Londra che fa da teatro alla vicenda. E una volta dentro diventa una gara: non si capisce bene se sia l'atmosfera generale, l'animazione curatissima, la sceneggiatura perfettamente calibrata, i dialoghi brillanti o lo straordinario carisma dei personaggi a compiere il miracolo ma questo accade sotto i nostri occhi consegnandoci la miglior trasposizione del libro di Dickens di sempre.
Escluse le due sigle Disney siamo alla seconda apparizione cinematografica di Zio Paperone dopo il mediometraggio Paperone e il Denaro, e il personaggio torna qui alle origini ad interpretare quello Scrooge che aveva ispirato Carl Barks tanti anni prima: si tratta di un magnifico Paperone assai più vicino al modello conosciuto, se non fosse per quelle basette grigie che conferiscono alla figura un certo fascino, ed è straordinario che Paperone abbia il ruolo di protagonista in quello che è il grande ritorno dei personaggi standard sulla scena, e per giunta in un cartone animato intitolato a Topolino! Il topo interpreta invece lo sfruttato Bob Cratchit con famigliola al seguito composta da Minni, e da tre topini che si può ipotizzare siano Tip, Tap e una topina anonima (anche se non si sa ben dire se il ruolo del piccolo Tim sia di Tip o di Tap), inoltre Mickey viene qui animato dal futuro grande nome dell'animazione Mark Henn che firmerà la maggior parte delle principesse Disney da Jasmine a Tiana passando per Mulan. Poi c'è Paperino nel ruolo del nipotino Fred e Pippo in quello spettrale di Jacob Marley, che però viene sfortunatamente sbagliato nella colorazione facendo risultare la parte nera intorno agli occhi come rosea (anche se in realtà il personaggio è completamente grigiastro, essendo un fantasma), forse un residuo di insicurezza dopo anni e anni in cui Pippo aveva assunto fattezze differenti? Tralaltro fu un altro bell'azzardo quello di far interpretare a Pippo il ruolo spaventoso di un fantasma e per giunta di una persona che confessa di essere stata in vita un poco di buono, eppure la cosa riesce e Pippo risulta perfettamente a metà strada tra l'inquietante (la scena del battente è tremenda) e il buffo, senza esserne snaturato. Gli altri due spettri sono interpretati da personaggi imprevedibili provenienti dagli ambiti più disparati: abbiamo infatti il Grillo Parlante di Pinocchio nel ruolo dello Spirito dei Natali Passati, il gigante Willie di Fun and Fancy Free in quello dello Spirito dei Natali Presenti, tralaltro notevolmente rabbonito rispetto alla sua prima apparizione e animato da un giovanissimo asso dell'espressività come Glen Keane. Infine un Gambadilegno minaccioso e in formissima interpreta il ruolo dello Spirito dei Natali Futuri, consegnandoci una scena finale di tale impatto da esser stata citata ossequiosamente anche nel recente A Christmas Carol in motion capture di Zemeckis. Una cosa strana è che nel ruolo della fidanzata del passato di Scrooge abbiano messo Paperina e non Doretta Doremì, che probabilmente non era considerata sufficientemente conosciuta all'epoca. C'è poi una miriade di personaggi standard che hanno dei camei come Cip e Ciop, Chiquita, Orazio e Clarabella, Patrizio e Patrizia, Qui, Quo Qua, Ciccio e persino Nonna Papera che non si vedeva animata dai tempi dello special tv This is Your Life, Donald Duck, mentre il resto del cast è stato accuratamente selezionato da altri ambiti come quello delle Silly Simphonies e dei corti in genere (i tre porcellini, Ezechiele e persino i tre lupetti appaiono più volte, e nella folla si scorge persino il sindaco di Chicken Little) e dei lungometraggi Disney con animali antropomorfi o quasi: ecco quindi il segretario del re di Pomi d'Ottone e Manici di Scopa, mezzo cast di Robin Hood, gli orsi di Bongo e i Tre Avventurieri, lo zio Reginaldo degli Aristogatti ma soprattutto la gang del Vento tra i Salici da Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad che in virtù della loro integrabilità sono stati usati benissimo e su più livelli: ecco quindi Topos e Talpino nel ruolo dei raccoglitori di elemosina, Taddeo in quello di Fezzywig, MacTass tra la folla della festa, Cirillo Belsedere come cavallo di Paperino e le faine a far da becchini nella scena finale. Insomma il meglio del meglio dell'antropomorfismo Disney al servizio della Signora delle trame raccontata con tale pathos e sentimento che è impossibile non farsi scendere una lacrimuccia in scene chiave come Topolino che piange la morte del figlio o la redenzione finale di Scrooge che è qualcosa di meraviglioso. Insomma, un gioiello che è stato fortunatamente inserito nel quarto treasure dedicato a Topolino finalmente nel suo formato widescreen originale e che merita di essere amato sempre più e preso ad esempio come modo migliore di trattare questi personaggi indimenticabili.


The Disney Compendium
Wikipedia
IMDB


Pubblicato in:
DVD - Walt Disney Treasures - Topolino Star a Colori (vol. 2)  
DVD - Il Bianco Natale di Topolino - E' Festa in Casa Disney 

Nessun commento:

Posta un commento