sabato 6 febbraio 2016

Two Chips and a Miss



Anno 1952

fonte: Disney Compendium
Two Chips and a Miss rappresenta senza alcun dubbio il culmine della carriera cinematografica di Cip e Ciop. Si può infatti considerare il punto di arrivo di quel processo che aveva reso i due chipmunk qualcosa di completamente diverso dagli altri comprimari animali che in quegli anni infestavano i corti Disney. Come già si è visto, le loro due distinte personalità avevano spinto gli artisti a concentrarsi sulle loro interazioni e non soltanto sulle dispute ingaggiate con Paperino o Pluto. In questo modo Cip e Ciop erano diventati personaggi a tutto tondo, perfettamente capaci di esistere anche senza i loro soliti avversari. La miniserie in oggetto altro non era che un modo per provare ad esplorare la loro dimensione privata, senza doverli per forza impiegare come pesti. Se in Chicken in the Rough (1951) però il loro universo narrativo non era tanto diverso dalla dimensione animale nella quale vivono Pluto e Figaro, ecco che in Two Chips and a Miss cambia tutto e finalmente li vediamo immersi in una microsocietà simile alla nostra.
Questo cambio di contesto narrativo è sicuramente un salto non da poco: adesso i chipmunk indossano degli abiti, e vivono in tane ricavate dagli alberi ma ottimamente arredate, e dunque civilizzate. Mobili e soprammobili sono infatti basati su oggetti di uso comune, opportunamente reinterpretati: i loro letti sono ad esempio scatole di fiammiferi imbottite di paglia, mentre il vaso di fiori presente in casa loro è ricavato da una pipa. (...)
È proprio questo suo collocare i chipmunk a metà strada fra due diversi stili di vita che rende Two Chips and a Miss tanto riuscito. I personaggi infatti hanno la possibilità di muoversi in una dimensione arborea di grande atmosfera, una vera delizia per l'occhio dello spettatore, ma sono contemporaneamente in grado di vivere una vicenda strutturata che in questo caso li vede diventare addirittura rivali in amore. Nella prima sequenza vediamo Cip e Ciop guardare dalla finestra della loro tana le luci dei night che lampeggiano in lontananza nel mondo “umano”. Con una certa dose di ipocrisia i due fingono di avere in odio la vita notturna, per ingannarsi l'un l'altro e sbarazzarsi così del rivale appena addormentato. Vederli ricorrere a vili mezzucci per avere campo libero e andare a trovare la soubrette Clarice è divertentissimo e sicuramente una ventata di novità dopo anni di scaramucce minimaliste con Paperino. La scena successiva in cui facciamo la conoscenza con la diva, che si diverte a illuderli entrambi facendosi corteggiare, è ugualmente impagabile, ma niente in confronto alla sequenza finale in cui vediamo Clarice finalmente cantare sul palco. (...)
La colonna sonora del corto è firmata da Joseph S. Dubin, compositore che negli anni 50 sta progressivamente espandendo il suo campo d'azione nei corti Disney, affiancandosi a Paul J. Smith e Oliver Wallace, le altre due colonne dello studio. La canzone di Clarice è chiaramente molto caratteristica e nello stile di quegli anni ma funziona davvero bene, specialmente quando i due scoiattoli saliranno sul palco insieme a lei, portando la sfida sul piano musicale. Anche qui si nota come le loro personalità siano ormai davvero sviluppate: Cip, il più classico e conformista dei due, siede al piano, mentre lo scanzonato Ciop ripiegherà su un basso. (...)

Pubblicato in:
DVD - Cip & Ciop - Guai in Vista 
VHS - Topolino Amore Mio




 

Nessun commento:

Posta un commento